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Linguacce in Guerra – Studio Gayatri Monza


(@natyan27)
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Linguacce in Guerra – Studio Gayatri Monza

Da diversi anni ormai le fazioni politiche adottano con maggiore tensione, rispetto al passato, le armi linguistiche.

La tendenza è quella di edulcorare i concetti o di drammatizzarli, usando eufemismi o disfemismi.

La propaganda militare americana, per esempio, modifica il linguaggio per nascondere il dramma della morte.

I morti ammazzati in battaglia non vengono più chiamati “dead bodies” cioè corpi morti, bensì morti accidentali, utilizzando casualties o fatalities.

Uno degli stratagemmi linguistici per indorare la pillola della tragedia è “neutralizzare il nemico” anziché uccidere il nemico.

Con l’avvento del Politically Correct l’omicidio è diventato privazione illegale o arbitraria della vita.

Con tutto ciò si spiegano anche gli slogan contro la “dittatura sanitaria” i quali, al contrario, servono per fomentare in negativo la massa.

Ogni guerra, occorre ricordarlo, inizia prima di tutto dalla parola, con un’esplicita dichiarazione a voce o per iscritto.

Mi avete capito porca donna orizzontalmente disponibile a pagamento?

Volevo dire porca puttena come Lino Banfi ma mi sembrava poco fine!

Tratto dagli Studi di Sociologia e Linguaggio

natyan

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natyan 03

Questa argomento è stata modificata 3 anni fa da natyan27

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